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Ammontano a 44 miliardi i rischi del cambiamento climatico per le aziende

CDP, l'organizzazione non-profit che gestisce il sistema globale di rendicontazione ambientale, ha recentemente pubblicato il “Report CDP Italia", lo studio che analizza come 45 delle più grandi aziende italiane e 34 città stanno affrontando il cambiamento climatico.

Ne è merso che l’impatto commerciale derivante da tali cambiamenti per le imprese ammonta a 44 miliardi di euro, ma meno di 1 azienda su 5 in Italia ha obiettivi completi di riduzione delle proprie emissioni di CO2. Lo stesso vale per le città italiane: seppure ben il 76% dei nostri comuni segnala forti rischi causati dai cambiamenti climatici, solo 1 città su 4 ha completato una valutazione del rischio e della vulnerabilità e appena il 12% ha un piano di adattamento.

La divulgazione delle problematiche legate al clima è ai massimi livelli di sempre, ma sia aziende che comuni devono mettere in atto piani più ambiziosi per affrontare i notevoli rischi che ne derivano.

Le aziende italiane 

Dei 44 miliardi di euro di potenziali rischi aziendali legati al cambiamento climatico, la maggior parte di questi - quasi 37 miliardi di euro - sono legati ai rischi di transizione, come, ad esempio, i cambiamenti della regolamentazione e dei mercati. Altri 7 miliardi di euro di potenziali impatti finanziari derivano, invece, da rischi fisici, eventi meteorologici estremi, ma sempre più frequenti, come siccità e inondazioni che colpiscono l’operatività aziendale.

L'introduzione di tecnologie a basse emissioni di carbonio come la cogenerazione o gli impianti fotovoltaici nel proprio modello di business, nondimeno, abilita le aziende a grandi opportunità: si stima, infatti, che le imprese italiane possono avvantaggiarsi di circa 67 miliardi di euro derivanti da potenziali opportunità finanziarie, per lo più legate allo sviluppo di nuovi prodotti e servizi a basse emissioni di carbonio.

Il Report CDP rileva, tuttavia, un divario tra il riconoscimento dei rischi e delle opportunità portate dalla transizione dell'economia a basse emissioni di carbonio e gli obiettivi necessari a strutturare i piani aziendali per raggiungerli. In particolare, gli obiettivi di riduzione delle emissioni risultano ancora insufficienti in Italia e sebbene il 60% delle aziende abbia ormai fissato obiettivi di riduzione delle emissioni totali (assolute), meno di 1 su 5 ha obiettivi che coprono almeno il 70% delle emissioni delle proprie attività e del consumo di energia. Solo due aziende italiane, Enel e Danieli & C. Officine Meccaniche, hanno approvato ufficialmente gli obiettivi di riduzione delle emissioni su base scientifica.

Più di 280 aziende globali, invece, hanno già fissato tali obiettivi, che stabiliscono un percorso di decarbonizzazione in linea con gli obiettivi dell'accordo di Parigi.

I comuni 

A livello statale, oltre tre quarti delle città e delle regioni riconoscono le gravi conseguenze dei rischi climatici. Tra questi, i più comunemente riportati sono i rischi derivanti da forti precipitazioni, ondate di calore e inondazioni. Venezia, Roma e Parma hanno i punteggi di rischio più alti.

Oltre il 60% delle città e delle regioni coinvolte nel Report CDP ha già fissato obiettivi di riduzione delle proprie emissioni. 5 delle 9 regioni italiane che hanno risposto all’indagine (Abruzzo, Emilia-Romagna, Piemonte, Sardegna e Veneto) lavorano con le proprie città per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni o di efficienza energetica a livello subnazionale. In particolare, il 2019 ha visto l'Abruzzo come prima regione in Italia a lavorare attivamente e a sostenere le principali città nel monitoraggio dei dati ambientali. La maggior parte dei comuni italiani, invece, è ancora in fase di sviluppo di un'approfondita valutazione della propria vulnerabilità e dell’elaborazione di piani di adattamento. Meno di 1 città su 4 ha una valutazione approfondita e solo il 12% ha un piano, anche se il 36% ne ha uno in fase di sviluppo e l'8% ha in programma di svilupparne uno nel prossimo futuro.

Se, quindi, da una parte le aziende, le città e le regioni italiane stanno facendo grandi progressi per essere più trasparenti sui rischi - e sulle opportunità - derivanti dalla transizione verso modelli a basse emissioni di carbonio, c'è ancora molta strada da fare per elaborare piani completi che li mettano in linea con gli obiettivi dell'accordo di Parigi e nonostante una chiara identificazione dei principali rischi finanziari, gli obiettivi delle aziende non risultano ancora abbastanza ambiziosi. Nondimeno, anche le città e le regioni devono aumentare il livello d'azione attuando più rapidamente i loro piani climatici per offrire ai cittadini italiani luoghi di vita sani e sostenibili.

Abbiamo visto che meno di 1 azienda su 5 in Italia ha obiettivi completi di riduzione delle proprie emissioni di CO2, ma al contempo le conseguenze del cambiamento climatico hanno anche dato vita a una nuova ondata di innovazioni tecnologiche in campo energetico volte alla sostenibilità, che offrono alle aziende innumerevoli nuove opportunità da esplorare. Le aziende che definiscono chiaramente la propria strategia energetica e investono nelle più recenti soluzioni energetiche innovative e sostenibili si troveranno nella posizione migliore per raggiungere i propri obiettivi ambientali, ottenere un vantaggio competitivo e preparare le proprie attività per il futuro.

Il nostro report Distributed Energy Future Trends contiene tutte informazioni su come possiamo aiutare le aziende a diventare più sostenibili migliorando le emissioni di carbonio, la competitività aziendale e la percezione del brand.

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