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Data centre: come affrontare le sfide dell’energia

Abbiamo analizzato le complessità che i data centre devono affrontare per raggiungere le emissioni zero e le misure che alcune aziende del settore Tech stanno già adottando

A fronte della crescita continua della dipendenza dalle tecnologie digitali, è cresciuto anche il mercato globale dei data centre, che si prevede raggiungerà i 288,30 miliardi di dollari entro il 2027. La pandemia, infatti, ha aumentato drasticamente la domanda, poiché molte attività si sono digitalizzate e il traffico di dati è destinato a crescere ulteriormente con la diffusione del 5G. 

Si tratta di un settore che necessita di grandi quantità di energia, tanto che, secondo le stime dell'AIE (Agenzia Internazionale dell'Energia), nel 2020 avrebbe utilizzato l'1% dell'elettricità mondiale; data l'entità dei consumi, per le aziende del settore diventa quindi fondamentale gestire l'energia in maniera efficace, per garantire allo stesso tempo anche un'alimentazione sicura e ininterrotta. Ma, allo stesso tempo, per queste aziende è prioritario anche raggiungere obiettivi di sostenibilità e di riduzione dei costi. 

L’industria tecnologica, che si posiziona tra le più energivore, deve trovare dunque soluzioni energetiche sostenibili. Diversamente si troverà esposta alla volatilità dei prezzi e alle limitazioni della rete, e non riuscirà a raggiungere gli obiettivi di Net Zero.

Come può questo settore garantirsi un futuro e raggiungere i propri obiettivi di sostenibilità? Ecco una panoramica di come alcuni data centre stanno rispondendo a questa sfida. 

Sicurezza energetica VS decarbonizzazione 

Il Financial Times ha rilevato che due dei maggiori operatori di data centre al mondo - Equinix e Digital Realty Trust – si stanno rifornendo di gas utile ad alimentare i generatori di back-up per un massimo di una settimana, al fine di garantire un funzionamento continuo dei propri siti europei. Misure simili sono state adottate da uno dei maggiori fornitori di servizi cloud francesi, OVHcloud, che sta preparando i generatori diesel in vista di potenziali interruzioni di corrente nel corso dell'anno. 

Inoltre, la seconda banca italiana, UniCredit, ha testato durante l’estate la resilienza dei suoi due principali data centre, per assicurarsi che abbiano un'alimentazione di energia ininterrotta da due centrali elettriche indipendenti. Nel Regno Unito, invece, gli operatori dei data centre hanno chiesto al governo priorità per l'utilizzo dell'energia a breve termine per quest'inverno, nel caso in cui l'aumento dei costi energetici e le preoccupazioni per la sicurezza energetica portino ad eventuali restrizioni. 

Le conseguenze delle interruzioni di corrente per i data centre sono evidenti. E considerando il più ampio contesto geopolitico, l'attenzione di queste aziende per la sicurezza energetica è comprensibile. Ma è importante che tutte le aziende ad alta intensità energetica sviluppino nuove strategie per assicurarsi la massima resilienza contro i problemi di sicurezza energetica e contro la volatilità dei prezzi dell'energia, senza ostacolare i progressi verso gli obiettivi di Net Zero.

Trovare l'equilibrio tra sicurezza energetica e decarbonizzazione, dunque, continua a essere una sfida per i data centre di tutto il mondo. 

Innovazioni energetiche per i data centre del futuro 

Il raffreddamento è uno degli aspetti più dispendiosi, dal punto di vista energetico, nella gestione di un data centre. La start-up Subsea Cloud sta cercando di risolvere questo problema sviluppando una soluzione tecnologica che consenta di immergere i data centre sott'acqua e di utilizzare l'oceano per il loro raffreddamento. Questo sistema consentirebbe di ridurre il consumo energetico fino al 40%.  

La piattaforma multimediale QVC Italia ha installato presso la sede di Brugherio un impianto di trigenerazione funzionale all’autoproduzione di energia elettrica e alla climatizzazione degli ambienti, in grado di soddisfare l’87% di fabbisogno di energia elettrica, l’88% di quella termica e il 52% di energia frigorifera. L’azienda, in questo modo è riuscita a ottenere un risparmio economico medio di 35.000 Euro al mese (pari a un risparmio energetico di circa 5 milioni di KWh l’anno) e rilevanti benefici a livello ambientale grazie a una forte riduzione delle emissioni di CO2, tale per cui QVC Italia ha ottenuto i certificati bianchi con 500 titoli di efficienza energetica ogni anno. 

I data centre, dunque, generano enormi quantità di calore, e anche in questo caso le opportunità non mancano. Ad esempio, nei Paesi Bassi, Switch Datacenters sta utilizzando il calore di scarto generato dai propri server per riscaldare le case e le aziende locali, trasformando una fonte inutilizzata in un'opportunità di risparmio. Microsoft intende utilizzare il calore di scarto in modo simile nel suo nuovo data centre in Finlandia. 

Scopri come il settore tech può affrontare le sfide dell'energia

Guardando al futuro, con l'archiviazione e l'elaborazione dei dati destinata ad aumentare, come possono i data centre bilanciare nel modo più efficace le esigenze di diminuire i costi energetici, assicurarsi una maggiore sicurezza energetica e rispondere alle sfide della decarbonizzazione? E quali sono gli strumenti digitali che possono supportare il percorso verso il Net Zero? 

Il nostro nuovo documento esplora queste sfide e delinea il percorso che le aziende del settore ICT possono compiere fin da ora per cogliere le opportunità di una gestione dell'energia corretta, moderna e sostenibile.

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